In partenza il nuovo corso di formazione per guide volontarie del Distretto Sociale Barolo

Inizio lezioni il 13 marzo 2025. Candidature entro il 10

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Il “Distretto Sociale Barolo”

Per una serie di originali  circostanze, molte opere sociali dei santi piemontesi, a partire dai primi decenni del XIX secolo,  si svilupparono in una zona ai margini dell’allora piccola Torino, Valdocco, che ancora oggi comprende, oltre al Distretto Barolo, la casa madre dell’opera salesiana e le principali attività del Cottolengo.  È quello un angolo di città che, negli ultimi decenni, ha visto aggiungersi l’Arsenale della Pace del Ser.mig.: un concentrato di attività sociali, assistenziali e caritative che, forse, non ha eguali nel mondo, in un territorio così piccolo.

Se Giuseppe Benedetto Cottolengo e Giovanni Bosco sono generalmente molto conosciuti, forse sono meno note la vicenda umana e le opere di Giulia e Carlo Tancredi di Barolo. Le attività caritative di Giulia, discendente di Jean Baptiste Colbert che fu  ministro delle Finanze di Luigi XIV, e del marito Carlo Tancredi, ultimo esponente del ramo principale della famiglia Faletti di Barolo, una delle più agiate del regno sabaudo, furono molteplici, ma soprattutto orientate al recupero, alla difesa, all’istruzione di donne in difficoltà. Giulia sopravvisse al marito Carlo (che morì nel 1838) e continuò ed ampliò i loro progetti fino alla morte (1864) ed oltre, a seguito dei suoi lasciti testamentari. Una delle sue ultime opere fu la costruzione della chiesa di Santa Giulia a Torino, situata nell’omonima via, che fu completata successivamente alla sua scomparsa. Un’altra fu realizzata oltre duecento anni or sono, si tratta del “Rifugio”, creato per assistere ex detenute e ragazze bisognose di assistenza. L’edificio è ora racchiuso in quello che è chiamato “Distretto Sociale Barolo”, un insieme di 14 edifici di proprietà dell’Opera Barolo, che sono stati messi a disposizione di realtà ecclesiastiche e civili per realizzare attività assistenziali, un complesso che è situato all’incrocio delle vie Cigna e Cottolengo.

Rispetto agli altri esponenti della santità piemontese dell’800, Giulia e Carlo, ora entrambi venerabili,  hanno caratteristiche uniche: erano molto ricchi (ma misero a disposizione dei poveri una cospicua parte delle loro ricchezze), erano sposati (rappresentano un interessante esempio di religiosità coniugale) ed ebbero rapporti diretti con importanti personalità della loro epoca, anche straniere. Il salotto di palazzo Barolo, in via delle Orfane, fu frequentato da esponenti politici di alto livello già negli anni che precedettero il Risorgimento e videro avvicendarsi i principali protagonisti di quella stagione, da Cesare Balbo a Santorre di Santa Rosa, i D’Azeglio e i Cavour, Silvio Pellico, ecc. Il respiro internazionale delle opere dei Barolo iniziò già nel 1816, quando visitarono il carcere londinese di Newgate; continuò con la corrispondenza epistolare con la filantropa inglese Elizabeth Fry, dedita ad attività analoghe di recupero delle detenute, e proseguì ancora con altri contatti, tra i quali una corrispondenza col pensatore e ministro francese Alexis de Tocqueville, allora il principale studioso della democrazia statunitense, per meglio comprendere il sistema carcerario nordamericano.

Per conoscere meglio (e contribuire a far conoscere meglio ad altri) i protagonisti e le attività caritative e sociali che ancora oggi continuano le iniziative dei loro fondatori, si propone un corso di formazione per volontarie e volontari che potranno così accompagnare i visitatori in un percorso di conoscenza di quei personaggi, dei luoghi e delle loro realizzazioni. Seguono perciò il programma e le informazioni.

(Stefano Passaggio)

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