ApeCare: prendersi cura del territorio e dei suoi abitanti

L'Assessora Foglietta in visita al progetto: "Ringrazio i volontari e le volontarie che scendono in strada tre volte a settimana per ascoltare e aiutare la cittadinanza”

ApeCare – Presidio socio-sanitario mobile per le fragilità di Aurora è uno dei 19 progetti vincitori del bando lanciato dalla Città di Torino nell’ambito del progetto ToNite, per promuovere soluzioni capaci di migliorare la percezione di sicurezza e la vivibilità degli spazi pubblici nelle ore serali e notturne, favorendo al contempo la coesione sociale lungo le sponde della Dora e una maggiore qualità della vita nei quartieri al centro dell’intervento, Vanchiglia e Aurora.

Il progetto ApeCare prevede l’attivazione di un servizio socio-sanitario mobile dedicato a persone fragili abitanti il quartiere di Aurora, in particolare lungo le sponde del fiume Dora (zona nord di Torino), area particolarmente segnata da fenomeni di marginalità. Il servizio socio-sanitario mobile su ApeCare porta sul territorio le competenze mediche dell’Associazione Camminare Insieme ODV (Via Cottolengo, 24/A) e quelle sociali della Cooperativa Mediterraneo Onlus, realtà che opera all’interno dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti dell’Arcidiocesi di Torino (Via Cottolengo, 22). L’obiettivo è quello di offrire un accompagnamento all’accesso ai servizi di cura, prevenzione e informazione a persone che per diversi motivi (mancanza di conoscenza dei servizi proposti, impossibilità di accedere negli orari di apertura, barriere linguistiche etc.) non riescono ad accedere alle risorse del territorio.

Il progetto ha previsto la selezione e la formazione di 25 giovani animatori di strada: nuovi cittadini, studenti universitari, giovani lavoratori di 12 nazionalità differenti che hanno deciso di impegnarsi per 8 mesi nelle attività di aggancio, ascolto e accompagnamento di persone fragili. Da gennaio i giovani, grazie al supporto di operatori esperti e volontari senior, sono presenti sul territorio 3 giorni alla settimana (martedì, mercoledì e giovedì) nelle ore preserali, animando con diverse attività il Lungo Dora. Raccolgono segnalazioni e richieste di aiuto, fornendo accompagnamento a persone che abitano punti del territorio meno visibili e a rischio abbandono.

Da alcune settimane, i volontari di ApeCare stanno inoltre organizzando degli incontri aperti a tutta la cittadinanza per pulire gli spazi pubblici del Lungo Dora (tutti i mercoledì, dalle 17 alle 20 nei pressi del Ponte Mosca), entrando in contatto con le persone che frequentano stabilmente quegli spazi ma anche coinvolgendo i commercianti del quartiere e altre categorie di residenti.

All’appuntamento di mercoledì scorso (23 febbraio), l’assessora all’Innovazione Chiara Foglietta ha ringraziato personalmente i volontari: “ApeCare è un importante presidio territoriale che rientra nella cornice di ToNite, progetto europeo guidato dalla Città di Torino. Ringrazio i volontari e le volontarie che scendono in strada tre volte a settimana per ascoltare e aiutare la cittadinanza” dichiara Chiara Foglietta. “Sono 19 i progetti targati ToNite. In questi mesi sono entrati nel vivo, sono esempi di innovazione sociale e collaborazione positiva tra le realtà del territorio e l’amministrazione”.

Il progetto ApeCare è realizzato nell’ambito di ToNite, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale del programma UIA – Urban Innovative Actions.

Dichiara Sergio Durando, presidente dell’Associazione Camminare Insieme ODV, promotrice del progetto: “Ringraziamo per la preziosa collaborazione Amiat (Gruppo Iren) e Drop In dell’ASL Città di Torino per i materiali e le competenze messe a disposizione. Grazie anche all’appoggio degli altri progetti ToNite, tra cui Aurora in Movimento, Usanze Pellegrine, Grandangolo, Campus Leone GinzburgApeCare è un’esperienza molto interessante per il coinvolgimento dei giovani che hanno aderito a questa progettualità: con entusiasmo si sono coinvolti nelle diverse azioni che il progetto prevede. Un’esperienza interessante di conoscenza, di incontro e di ascolto degli abitanti del territorio, anche delle loro fatiche. Un’esperienza di prossimità con chi sulla strada ci vive perché costretto, perché non ha altre possibilità, perché le ha perse: un’esperienza che da un punto di vista umano, sociale e culturale è sicuramente unica.” 

 

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